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Il dovere di parlare con chiarezza Collura: “rischi recessivi”
Insoddisfacenti i dati del governo
Il Coordinatore nazionale del Pri Saverio Collura ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Alcuni mass-media stanno alimentando una “campagna promozionale” prendendo spunto da due dati messi in campo dal Governo, e precisamente:
- la manovra collegata alla prossima legge di stabilità potrebbe prevedere la movimentazione di circa 27 miliardi di euro;
- con il prossimo aggiornamento del DEF, il Governo potrebbe indicare per il 2015 una crescita del PIL di + 0,9 % (rispetto al + 0,7 % iniziale); in contro tendenza rispetto alle previsioni odierne del FMI che indica un maggiore incremento di + 0,1 % per l’anno in corso, ed addirittura per il 2016 una minore crescita (- 0,2 %) per il dato incrementale indicato dal Governo.
Questi dati presi a se stante sono certamente positivi; soprattutto il secondo. Si corre però il rischio che possano diventare fuorvianti se non si comprende il contesto nel quale essi devono essere inseriti.
La manovra di 27 miliardi infatti per circa due terzi è finalizzata a disinnescare l’aumento dell’IVA (fenomeno altamente recessivo), previsto dalle clausole di salvaguardia varate dai governi Letta e Renzi. Ciò significa che questa parte di manovra non produrrà nessun effetto congiunturale positivo; ma anzi potrebbe comportare qualche minimo possibile risvolto di tipo recessivo. È opportuno ricordare che nel prossimo triennio la sterilizzazione complessiva delle clausole di salvaguardia richiederà il reperimento di nuove risorse finanziarie per circa 70 miliardi di euro.
Ben poca cosa quindi della manovra programmata potrebbe avere effetti propulsivi.
La maggiore crescita del PIL (+ 0,2 %) è sostanzialmente effetto e conseguenza del Quantitative Easing, del bassissimo livello del prezzo del petrolio, del tasso di cambio e dei tassi passivi. Sono tutti eventi congiunturali contingenti sui quali sarebbe arduo costruire ottimismo di prospettiva.
Comunque è opportuno ricordare che il dato più significativo non è tanto il valore assoluto di variazione, bensì il differenziale di crescita tra l’Italia e i paesi suoi diretti concorrenti: e qui stanno le dolenti note.
La classe politica di un paese democratico, europeo e moderno ha il dovere di parlare con estrema chiarezza ai proprio concittadini.”
Roma, 16 settembre 2015 |
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